C’era una volta una famiglia di anatroccoli che stava sotto un albero su una sponda del fiume, nel regno dei folletti. Tra i sei anatroccoli, ce n’era uno un po’ diverso, più lento, più goffo, più brutto, e quindi gli altri lo prendevano in giro. Anche i genitori non erano contenti di lui. Si sentiva sempre triste e insicuro, così decise di andarsene per esplorare il mondo.
Si diresse verso il fiume, dove incontrò per la prima volta una tartaruga e una rana. La tartaruga gli chiese quanti anni aveva e lui non sapeva cosa rispondere. Allora la tartaruga gli spiegò che era l’anno in cui ci sono cinque e cinque e cinque e cinque, cioè 20. L’anatroccolo non aveva mai sentito parlare di numeri prima, ma il suo spirito di apprendimento era alto, così imparò i numeri e conobbe altri animali come il gatto, il cane, il coniglio e la volpe.
Man mano che imparava più cose, l’anatroccolo diventava sempre più intelligente. Utilizzò la sua saggezza per superare una serie di prove: rivelò una truffa, recuperò un anello magico rubato, sconfisse un terribile drago. Alla fine, i re e le regine della terra decisero che l’anatroccolo doveva diventare il nuovo re del mondo degli animali.
L’anatroccolo ritornò a casa da sua madre, sapendo che era cresciuto e diventato più forte grazie alla scoperta dei numeri. E da allora in poi, i folletti hanno sempre ricordato la storia del Brutto Anatroccolo con ammirazione.