C’era una volta, in un paese lontano, una bambina dai capelli rossi e con le calze a righe. Si chiamava Pippi Calzelunghe e aveva un carattere incorreggibile. Per i suoi abitanti, Pippi era una bambina speciale: non rispettava le regole, si comportava in modo non convenzionale, rideva forte e faceva molte bizzare cose. Ma aveva un grande cuore e una grande tolleranza verso gli altri.
Una delle sue avventure curiose fu quando una mattina decise di portare un asino a scuola, in sostituzione della sua bicicletta. Il preside della scuola rimase sorpreso alla vista dell’asino che si ergeva sulla porta della scuola, ma Pippi non lasciò che le parole di scherno di alcuni bambini si adombrassero la giornata. Lei si limitò a sorridere e a dire: “Una volta ho sentito dire che gli asini hanno una mente molto più aperta della maggior parte delle persone”.
Il preside si convinse e permise a Pippi di portare l’asino a scuola, e in quel momento lei insegnò a tutti una lezione importante sulla tolleranza: non dobbiamo pregiudicare qualcuno o qualcosa basandoci su stereotipi o pregiudizi.
Pippi Calzelunghe fu una grande fonte di ispirazione per tutti quelli che la conobbero. L’esempio di tolleranza che aveva mostrato con l’asino divenne la base di una favola che raccontava le sue avventure, per insegnare a tutti l’importanza della tolleranza.