C’era una volta un castello lontano, che era abitato dal re Pippo e dai suoi sudditi. Da tempo immemorabile, tutti i sudditi del re Pippo erano uguali, avevano gli stessi gusti, le stesse abitudini, lo stesso modo di parlare e di vestire. Pippo, il re buono, era felice del suo regno, ma un giorno si rese conto che qualcosa mancava.
Il re decise di chiamare tutti i suoi sudditi, e annunciò loro che a partire da quel giorno i cittadini del castello avrebbero dovuto essere diversi. Ognuno di loro avrebbe dovuto trovare qualcosa che li facesse sentire unici e speciali rispetto agli altri.
L’annuncio fece un gran parlare, e molti sudditi del re Pippo si sentirono sollevati, finalmente potevano essere liberi di essere se stessi. Alcuni si dedicarono alla musica, altri al disegno, altri ancora alla scrittura. Anche il re Pippo non si teneva in disparte e condivise la sua passione per la pesca e insegnò ai sudditi come pescare con una semplice canna.
Tutti i cittadini del regno si impegnarono a imparare qualcosa di nuovo, e presto il castello di Pippo divenne un luogo ricco di varietà e creatività. Si crearono club, gare e iniziative per condividere le proprie passioni con gli altri. Ogni giorno le strade del castello si riempivano di persone allegre che si divertivano imparando cose nuove. Tutti avevano imparato che la diversità è una ricchezza, e che è meglio essere se stessi che fare le cose che gli altri vogliono.
Molti anni dopo, quando Pippo ormai era diventato un anziano re, raccontava ancora con orgoglio della sua epoca in cui aveva incoraggiato la diversità, e di come tutti i suoi sudditi erano felici e sereni. E infatti il castello di Pippo era divenuto un luogo di riferimento per tutti coloro che cercavano l’ispirazione e l’accettazione della diversità.