Un giorno un brutto anatroccolo sbarcò nel Regno dei Nanetti. Nessuno in questo regno aveva mai visto un animale così brutto come lui. Sia le pecore sia i cani, ma anche tutti gli altri animali, alzavano gli occhi al cielo e lo guardavano con disprezzo.
Solo i nanetti erano diversi. Nonostante i loro cuori fossero piccoli, essi sentirono subito una grande compassione per il povero anatroccolo. “Vieni da noi”, gli dissero, “noi sappiamo come trattare con gentilezza quel che gli altri scartano”.
Così il brutto anatroccolo partecipò alla vita del regno dei Nanetti. Si divertiva con loro, giocava e imparò le loro abitudini. Ma soprattutto imparò cosa significa la vera amicizia. A poco a poco i cuori dei nanetti presero a crescere, e quello che all’inizio era sembrato loro un brutto anatroccolo, diventò semplicemente un animale come gli altri.
Un giorno uno di loro gli disse: “Da quando sei arrivato nel nostro regno, la vita è migliorata. Grazie a te abbiamo imparato a voler bene alle persone e ai luoghi che ci circondano. Ora sappiamo che tutto ciò che ci sembrava brutto in effetti non lo è affatto.”
L’anatroccolo sentì le tante cose belle che i suoi amici avevano da dirgli, e ne rimase davvero commosso.
Ripensando a quel giorno, di tanto in tanto il brutto anatroccolo si ricordava di come l’amicizia e la gentilezza siano più importanti della bruttezza e dei pregiudizi. E quando gli altri animali venivano a schernirlo, lui alzava il becco al cielo e con orgoglio ripeteva: “Sono uno di voi!”.