C’era una volta, nella città fiabesca, un’Orco davvero irrequieto. Si divertiva ogni giorno a creare scompiglio, facendo perdere i numeri che tutti gli abitanti avevano imparato da bambini. I numeri si nascondevano nei prati, tra i fiori o si perdevano nelle valli. L’Orco voleva guadagnare più tempo per i suoi giochi, e così nessuno riusciva più a scrivere i numeri.
Un falegname, che viveva nella città, aveva un vecchio tavolo di legno. Un giorno decise di dipingerlo e così fece. Decise di disegnare su di esso tutti i numeri. Ma l’Orco, che aveva intuito i suoi piani, si divertiva a giocherellare con quel tavolo. L’Orco cercava sempre di cancellare i numeri per divertirsi un po’ con il falegname.
Un giorno, il falegname decise di far fronte all’Orco. Gli propose un gioco: ogni volta che l’Orco cancellava un numero, doveva poi scrivere un altro, in modo tale che per ogni numero cancellato un altro sostituisse.
L’Orco accettò. La prima volta cancellò il numero 3, e lo sostituì con il numero 9. Poi cancellò il numero 2 e lo sostituì con il numero 5. Il falegname sorrise compiaciuto, perché l’Orco aveva appreso che i numeri si possono sostituire con altri. Ogni volta cambiava il numero con un altro, ma sempre seguendo la stessa logica.
Il falegname, alla fine, riuscì a dipingere tutto il tavolo con i numeri corretti, che poi gli abitanti della città impararono a memoria. L’Orco, ormai amico del falegname, ricomincio ad aiutare i bambini a scrivere i numeri.
Da allora, ogni volta che un bambino si dimentica di un numero, può sempre ricorrere alla storia dell’Orco e del falegname.