Favola sulla diversità: Lo Spaventapasseri del Castello

C’era una volta Lo Spaventapasseri, un essere vivente a metà tra animale e vegetale che abitava un grande castello. Lo Spaventapasseri era diversissimo da ogni altro abitante del castello: le sue membra erano fatte di foglie e il suo corpo era ricoperto di fibre d’erba, mentre il suo volto era una maschera di paglia. Ogni volta che un passero si avvicinava, Lo Spaventapasseri gridava e si agitava cercando di allontanarlo.

Questo comportava che gli abitanti del castello lo guardavano con diffidenza e distanza. Avevano paura di lui e non capivano come potesse funzionare. Allo Spaventapasseri non rimaneva che restare da solo nei pressi del castello, anche se quello era l’unico posto dove lui si sentisse veramente a casa.

Un giorno però, una principessa decise di avvicinarsi a lui. La principessa si mostrò amichevole e curiosa e chiese a Lo Spaventapasseri di raccontarle un po’ la sua storia. Lo Spaventapasseri raccontò come aiutava i contadini a tenere lontani gli uccelli dai campi, e come lui stesso fosse in grado di resistere al freddo, al caldo e al vento grazie alla sua particolare composizione. La principessa capì che la diversità di Lo Spaventapasseri era una ricchezza, e da quel momento in poi la gente del castello lo accolse tra di loro con amicizia.

Da quel momento ogni volta che un passero si avvicinava, Lo Spaventapasseri non gridava più, ma lo guardava amichevolmente come se fosse un vecchio amico. Lo Spaventapasseri aveva dimostrato che non importa come si appare, ma che l’importante è essere diversi e ricchi di qualità.

Questa è la storia di Lo Spaventapasseri, una bella morale sulla diversità e un piccolo ricordo che la diversità può essere una grande ricchezza da tutelare e difendere.

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