C’era una volta un ippopotamo di nome Amilcare che viveva nel Ponte. Si credeva fosse un luogo magico, circondato da una grande foresta, un fiume, e uno stagno. Di fronte al Ponte, c’era una montagna ricca di minerali preziosi.
Amilcare era molto curioso. Amava esplorare la foresta, calpestare i sentieri, osservare gli animali selvatici, e nuotare nel fiume. Un giorno, il suo viaggio lo portò al margine della montagna, dove si imbattè in una pitone.
La pitone si chiamava Pità, ed era molto affascinante. La sua pelle lucente di un verde brillante e i suoi grandi occhi dorati erano davvero imponenti. Amilcare era affascinato dalla creatura, e si sentì attratto da lei.
Così iniziarono a parlare e, lentamente, Amilcare scoprì che Pità era una creatura magica. Possedeva il potere di trasformare gli oggetti in qualsiasi cosa desiderasse. Amilcare era affascinato dalle sue capacità, e chiese di poter provare questo dono.
Pità acconsentì, e Amilcare trasformò un sasso in una splendida barca. Era sbalordito e decise di non sprecare più un minuto. Salì sulla barca e partì alla volta di esplorare il fiume. Fu lì che incontrò le creature più meravigliose e magiche.
Amilcare navigò per settimane, incontrando creature di ogni genere. Si imbattè in draghi e fate, unicorni e fate, e persino in una sirena dai capelli d’oro. Si divertì moltissimo durante il viaggio, ma alla fine decise di tornare a casa.
Quando ritornò nel Ponte, era contento e più ricco di esperienze. Si sentiva molto più forte e saggio. Ma, soprattutto, si sentiva grato alla sua amica pitone per avergli dato l’opportunità di vivere un’avventura così meravigliosa.
Da quel giorno in poi, Amilcare e Pità furono inseparabili. La pitone aiutò l’ippopotamo a scoprire la magia che c’è nel mondo, e con il tempo divennero grandi amici. E, ogni volta che Amilcare partiva per un’avventura, Pità lo seguiva, sempre pronta ad aiutarlo.